Di
solito la Natività, viene rappresentata con la Sacra Famiglia che
dimora in una stalla, ma quella originale, veniva raffigurata albergante
in una grotta (il simbolismo non è il medesimo). La grotta rappresenta
il Santo Graal, o il Calderone magico, la coppa che contiene la vita, l'utero Divino: in esso avviene la metamorfosi spirituale. Esso contiene Giuseppe (il Padre Divino), la Madonna (lo Spirito Santo), la versione della Madre Divina, auto-generante) e il figlio
(il nuovo corpo spirituale, Divino, che ognuno deve generare per
potersi riconoscere come “Divinità”); oltre ad essi vi sono il bue,
rappresentante le passioni letargiche, la passività che si fa guidare
dagli istinti animali e l'asinello, che rappresenta l'ignoranza e la
caparbietà, entrambi inginocchiati di fronte al nascituro Divino.
I tre Re Magi,
rappresentano la regalità (grazie al simbolo dell'oro), la vita eterna
(rappresentata dalla mirra poiché veniva usata per l'imbalsamazione
oltre al fatto di essere un attributo Lunare) e l'incenso (che
rappresenta la purezza dello spirito e degli intenti, con attributi
Solari). La Grotta diviene la mangiatoia poiché i preti
volevano staccarsi dai simbolismi pagani, almeno in parte, perché
necessitavano inculcare nella mente della gente un valore diverso cioè
le umili origini, questo per avvicinare il volgo, di ieri e di oggi, e
farlo schiavo mentalmente con più facilità, penetrando nella psiche e
nella immaginazione dei contadini (si deve sapere che fino a un certo
periodo della fine del Medioevo, i ricchi consideravano disdicevole che
“il figlio di Dio” venisse raffigurato in una grotta poi invece le
autorità ecclesiastiche misero d'accordo un po' tutti usando altri
simboli e facendoli accettare a forza, come sempre avevano fatto).
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